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mercoledì 15 novembre 2017

Ancora sui criteri di valutazione Antropologia culturale A 2017/18

2017 15 novembre. Oggi inizio il modulo B, di antropologia economica, che verrà non solo registrato in mp3 ma anche in video, e reso disponibile intanto per gli studenti del progetto di Teledidattica di Rebibbia. Non ho intenzione di rendere da subito disponibili le registrazioni, perché le aule questa volta dovrebbero essere sufficienti per consentire a tutte e tutti la frequenza. Se qualcuno ha esigenze specifiche di lavoro o sovrapposizione di orari con altre lezioni me lo faccia sapere via mail.
Ma scrivo questo post soprattutto per la necessità di chiarire ulteriormente il sistema di valutazione.
Come avete capito, si tratta di un metodo che sto calibrando mano a mano, che ha una sua natura sperimentale ma che sto cercando di consolidare a vantaggio della didattica (l'intento, dovrebbe essere chiaro a tutti, non è quello di trovare un modo purchessia di "fare gli esami", ma di trovare il modo migliore di verificare che quella strana forma di trasmissione del sapere culturale che chiamiamo "corso universitario" sia andata a buon fine, e che gli studenti e le studentesse abbiano beneficiato al massimo delle lezioni e dello studio condotto autonomamente).

Per chi non ha potuto o voluto commentare questo blog, il sistema resta quello tradizionale:
un esonero/esame scritto in aula, con dieci domande su tutti i testi del programma (ogni domanda dichiara a quale testo si riferisce); tre punti massimo per ogni domanda; il punteggio finale diventa un "voto" che fa media con la relazione finale di 6000-8000 caratteri inviata via mail e scritta secondo le indicazioni presentate nelle faq. In sostanza, per fare la tesina, si tratta di prendere tutto il materiale appreso come una sorta di cassetta degli attrezzi dell'analisi antropologica, e applicare alcuni di quegli strumenti/concetti a un oggetto esterno agli oggetti trattati nel corso. Come in un laboratorio artigianale si fa un pezzo finale, così nel mio corso di antropologia se si è fatto l'esonero o esame scritto, bisogna dimostrare che quel sapere teorico è convertibile in strumenti di analisi concreta. Prendete una cosa che già conoscete e analizzatela con i nuovi strumenti che avete appreso nel corso. L'obiettivo è dimostrare che l'antropologia culturale VI SERVE in senso letterale, che i suoi strumenti sono al vostro servizio per acquisire consapevolezza del mondo in cui vivete e delle regole che lo determinano.

Se invece avete seguito il blog e risposto alle domande, la questione è diversa. Quel che valuto è soprattutto la costanza del lavoro, il lento partecipare al laboratorio artigianale lezione dopo lezione. Alcuni post (col cavolo vi dico quali, ma sappiate che sono tre) vengono anche valutati nel merito, cioè per il loro effettivo contenuto, con un giudizio a tre livelli (A ottimo, B decente, C vabbe').
Se QUALCHE VOLTA non avete risposto questo ovviamente influirà sul punteggio che vi verrà assegnato per il blog. Se avete risposto a tutto e avete preso A in tutti e tre i post valutati, vi viene dato un punteggio di 27, da cui partite quando farete il mini-orale su Vite di Confine. L'orale come capite vale 3 punti massimo, da sommare al punteggio del blog. Non prevedo lodi, da quest'anno, se non per casi veramente eccezionali che valuterò di volta in volta.
Se non avete risposto integralmente sul blog, dunque, tenete conto che il vostro punteggio di partenza in vista dell'orale sarà necessariamente inferiore a 27 e non potrete arrivare a 30. Se ASPIRATE al 30 dovrete dunque venire il 18 novembre a rispondere alle domande sugli argomenti a cui non avete risposto tramite il blog. Sto programmando un ulteriore esonero il 22 dicembre ma non è per nulla certo che riuscirò a organizzarlo, per cui per ora puntate al 18 novembre (se non puntate al 18 sul libretto...).
Resta inteso che, come ogni docente universitario, alla fine  del percorso di valutazione io vi posso proporre un voto finale, che potete accettare o rifiutare. Dato che ho il cuore tenero, il rifiuto del voto non implica la perdita di tutto il lavoro di valutazione fatto: non si deve cioè pensare che se non si accetta il voto proposto si dovrà ricominciare da zero il percorso di valutazione  con l'esame canonico. Si può invece assieme discutere su quali sono i punti deboli che hanno provocato un abbassamento del voto finale, e concordare un'integrazione orale da sostenere negli orari di ricevimento.
Spero con questo di aver chiarito la cosa per tutte e tutti.